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Scenario medio-orientale e futuro della Palestina

Immaginiamo di vedere quello che accade oggi in Palestina con il distacco di chi racconta o legge una storia avvenuta molti anni prima. 

Cosa si scriverà nei libri di storia del futuro a proposito di alcuni dei protagonisti che sono sulla scena oggi in Medio Oriente, come Yahya Sinwar, uno dei capi di Hamas, Benjamin Netanyahu, che governa lo stato di Israele, Joe Biden, presidente attuale degli USA e infine gli ajatollah iraniani e gli altri paesi arabi?

Cosa leggeremo sui libri di storia che si studieranno nelle scuole tra qualche decina di anni a proposito del terrorismo spietato di Hamas, della invasione israeliana di Gaza, con la sua strage degli innocenti, dell’ arlecchinesco Biden che saltella tra foraggiare di miliardi l’esercito israeliano e il tirar per la giacchetta Netanyahu perché rispetti almeno i civili?  e cosa leggeremo dei popoli arabi della zona, dall’ Iran all’Arabia Saudita al Qatar, che mostrano un protagonismo inconcludente che copre in realtà una totale indifferenza verso i destini dei palestinesi? E cosa leggeremo ancora delle numerose altre comparse  di questa storia, come l’ Europa e l’ ONU?

La mia domanda non è: chi ha ragione o torto, chi sta tra i buoni e chi tra i cattivi. Ma piuttosto cosa sta accadendo, verso dove stiamo andando. Mi piace guardare agli eventi attuali (o meglio al racconto che ne vien fatto dai media)   chiedendomi come saranno raccontati una volta che saranno divenuti distanti,  nell’irreversibilità della storia. 

Nella vicenda della guerra in Palestina, uno spettatore distaccato, in una prospettiva storica, molto probabilmente vede e riconosce processi e meccanismi che descrivono le azioni degli esseri umani e delle loro società  fin dalla notte dei tempi.

Le quattro figure che seguono rappresentano alcuni dei protagonisti della guerra in Palestina. Di questi protagonisti si cerca di mettere in evidenza i tratti salienti del loro comportamento e della loro motivazione.

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La guerra in Palestina

Le stele di Merenptah  al Museo del Cairo è ritenuto il documento extra-biblico più antico che attesta l' esistenza di Israele.
La Stele di Merenptah o Stele d’Israele è una stele di granito nero fatta erigere dal sovrano egizio Amenhotep III (regno circa 1387 a.C.-1348 a.C.) e modificata successivamente da Merenptah (regno circa 1213 a.C.-1203 a.C.). La stele riporta il resoconto di una vittoria militare contro i popoli Libu e Mashuash nell’attuale Libia. Nelle ultime righe è narrato l’esito vittorioso di una spedizione militare condotta da Merenptah verso la terra di Canaan. Tra i popoli e le città sconfitti viene elencato ysrỉr: Da molti studiosi moderni ysrỉr viene identificato con Israele. Si tratterebbe pertanto della prima testimonianza storica extrabiblica relativa al popolo ebraico.

Vorrei raccontare la mia opinione sulla guerra in Palestina. Si tratta dell’ opinione personale di un fiorentino, medico, di 75 anni, che mi sembra non trovare molto riscontro nella maggior parte dei commenti che si fanno su quella guerra e su quella terra martoriata.  Il fatto che ho 75 anni non è privo di significato, sono nato nello stesso mese in cui Israele si è auto-dichiarata stato indipendente, e in cui è esplosa così la conflittualità israelo-palestinese.

Il mio approccio cercherà di essere storico; quindi non sono interessato a capire chi ha ragione o torto, chi sta tra i buoni e chi tra i cattivi, ma soltanto a raccontare come si è arrivati al 7 ottobre e alla guerra in Palestina

La storia è, come tutti sappiamo, memoria (soggettiva, oggettiva) dei fatti. Fatti che sono avvenuti, in passato, non solo per delle cause, ma anche per degli scopi, sullo svilupparsi di tendenze e motivazioni, per raggiungere obbiettivi di civiltà o di potere. Insomma, i fatti della storia sono nel passato ma hanno un futuro, e quel futuro siamo noi.

Possiamo raccontare in una prospettiva storica (cioè di come il passato costruisce il proprio futuro) i protagonisti attuali delle guerra in Palestina?  

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La Palestina in 6 film

Sarah e Salem: la dove nulla è possibile del regista palestinese Muayad Alayan (2018) è una storia tragicomica ma molto ben raccontata su come vicende strettamente personali possano diventare facilmente affari di stato, nel contesto della difficile convivenza tra palestinesi e israeliani a Gerusalemme.

Cinque altri film utili per comprendere quello che succede in Palestina sono proposti da Wired.

I film proposti sono:

Valzer con Bashir (2008) Un capolavoro dell’animazione firmato dall’israeliano Ari Forman. Opera semi-autobiografica, visivamente meravigliosa, è uno stupendo e doloroso viaggio della memoria, nonché uno dei migliori film antimilitaristi mai fatti, con al centro l’eccidio di Sabra e Shatila

Munich (2005) Partendo dai terribili fatti delle Olimpiadi di Monaco del 72, dall’eccidio degli atleti israeliani da parte dei membri di “Settembre Nero”, e basandosi sul libro “Vendetta” di George Jonas, Steven Spielberg crea con Munich il suo film più scomodo e audace. Nella lunga storia del Conflitto Israelo-Palestinese, egli si concentra sul ricostruire l’operazione “Ira di Dio”, con cui il Mossad dette la caccia ai responsabili del massacro

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Breve storia dell’ antisemitismo

La strada per la vittoria del germanesimo sul giudaismo
“La strada per la vittoria del germanesimo sul giudaismo”, 1880, è un libro di Wilhelm Marr, che ha coniato il termine antisemitismo, nell’ accezione corrente ancora oggi. Marr nel 1879 fondò Marr fondò la Lega Antisemita, la prima organizzazione tedesca impegnata specificamente nel combattere la presunta minaccia posta alla Germania dagli ebrei, e che sosteneva la loro rimozione forzata dal paese.

Breve storia dell’ antisemitismo, di Walter Borsini, è disponibile per la lettura o per il download. Clicca qui

Fonte principale : https://it.wikipedia.org/wiki/Antisemitismo ; per la storia del Sionismo la fonte principale è IL NOVECENTO, Il secolo breve. Storia vol. 14 de L’età moderna e contemporanea, a cura di U. Eco, ed. La Repubblica L’Espresso, 2012

Indice

Il termine antisemitismo

L’ odio religioso

Le restrizioni della libertà, in quanto soggetti di uno stato inferiore (sangue, stirpe)

L’ Ottocento e il Novecento: Nazionalismo e anti-ebraismo

Il Sionismo: Israele e la Palestina

L’attacco di Hamas dell’ottobre 2023 e l’ invasione israeliana di Gaza

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I tedeschi invadono Parigi

Giugno 1940 – Dal Libro di storia

Una foto che ritrae Hitler tra gli ufficiali nazisti a giugno 1940
I tedeschi sono arrivati a Parigi e Hitler si fa ritrarre cona alle spalle la Torre Eiffel, insieme ai suoi ufficiali nel giugno 1940. Da Wikipedia

La Francia partecipa agli accordi di Monaco firmati nel 1938 tra Italia, Francia, Germania e Regno Unito) con i quali concede l’ annessione di parte della Cecoslovacchia alla Germania. Questo cedimento è condizionato non soltanto dall’ atteggiamento antibellicista  della Gran Bretagna, ma da una precisa strategia tendente ad evitare lo scontro militare nella consapevolezza  della debolezza del proprio esercito. Il trattato di Monaco viene approvato a larghissima maggioranza dal parlamento e spinge addirittura il governo a firmare con la Germania un patto di non aggressione, immediatamente invalidato dal dittatore tedesco, che occupa militarmente l’ intera Cecoslovacchia. la Francia e la Gran Bretagna si accordano allora  nel sostenere la Polonia contro ulteriori rivendicazioni tedesche.

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La guerra è pervasiva nella storia e nell’immaginario dell’umanità.

La Stele degli avvoltoi è un monumento sumerico del periodo protodinastico III (all'incirca del 2460 a.C.), celebrante una vittoria del sovrano della città-stato di Lagash, Eannatum, sulla sua vicina e rivale Umma. Essa trae il suo nome dagli avvoltoi che sono raffigurati nella sua parte superiore. La stele è composta di vari registri in cui sono scolpite scene di battaglia assieme a scene religiose-mitologiche. Era costituita da un unico blocco in pietra calcarea di cui sono stati recuperati solo sette frammenti, attualmente esposti presso il Dipartimento delle Antichità Orientali del Museo del Louvre. Questa è la prima stele, storicamente nota, che celebra una vittoria militare e il ruolo bellico del sovrano.
La Stele degli avvoltoi è un monumento sumerico del periodo protodinastico III (all’incirca del 2460 a.C.), celebrante una vittoria del sovrano della città-stato di Lagash, Eannatum, sulla sua vicina e rivale Umma. Essa trae il suo nome dagli avvoltoi che sono raffigurati nella sua parte superiore. La stele è composta di vari registri in cui sono scolpite scene di battaglia assieme a scene religiose-mitologiche. Era costituita da un unico blocco in pietra calcarea di cui sono stati recuperati solo sette frammenti, attualmente esposti presso il Dipartimento delle Antichità Orientali del Museo del Louvre. Questa è la prima stele, storicamente nota, che celebra una vittoria militare e il ruolo bellico del sovrano. Da Wikipedia

Al momento i conflitti locali continuano imperturbati e quasi mai la comunità internazionale riesce a trovare accordi per risolverli, o comunque per portare a risoluzione le guerre in corso. Il  problema israelo – palestinese ne è forse l’ esempio più lampante. E va anche ricordato che alcune volte le guerre sono state proprio scatenate da alleanze multinazionali, come ad es. nel caso della guerra libica che portò alla uccisione di Gheddafi, e anche nella invasione dell’ Iraq nel 2003.  Forse solo nei balcani  si è arrivati ad una pacificazione , seppure dopo guerre sanguinose e fratricide. 

La Battaglia di Isso, in una celebe rappresentazione romana, che mostra Alessandro (a sinistra) nell'atto di sconfiggere Dario III; è un mosaico rinvenuto nella pavimentazione della casa del Fauno di Pompei, 100B a.C.
La Battaglia di Isso, in una celebre rappresentazione romana, che mostra Alessandro (a sinistra) nell’atto di sconfiggere Dario III; è un mosaico rinvenuto nella pavimentazione della casa del Fauno di Pompei, 100B a.C. Da Wikipedia

Il pacifismo disarmato dipende dall’ autorevolezza di chi si espone , di chi mette a rischio la propria vita , e dalla presa che costui ha sulle comunità in conflitto, come successe ad es. quando Gandhi riuscì a comporre il sanguinoso conflitto religioso in India, con il suo digiuno  che lo portò quasi fino al letto di morte. 

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Nel cielo di Kiev -4

Le conseguenze della guerra

Mappa della guerra in Ucraina al 28 maggio 2022
La situazione sul campo al 28 maggio 2022. I russi hanno sferrato una azione di sfondamento nel Donbass. Da Limes 5/2022

Le ferite dell’ immaginazione

Per le persone di cultura cristiana la via crucis è un simbolo della sofferenza, imposta con la violenza, contro i più deboli e talvolta contro gli inermi, confermata dall’ indifferenza, dall’ ipocrisia e dall’ opportunismo dei molti. La violenza e l’ ipocrisia furono quelle  degli scribi e dei farisei, l’ indifferenza e l’ opportunismo  fu quello di Roma.  Il popolo era diviso, tra chi sghignazzava e gridava morte al ladro, e chi invece soffriva con quegli uomini che si flettevano e cadevano sotto il peso della croce e covava rabbia e desiderio di libertà… indipendentemente da chi fossero quei poveri esseri sanguinanti, sudati impolverati e dalle vesti stracciate . Alla via crucis, a Roma, Francesco ha messo insieme due famiglie, una russa e una ucraina , sotto il peso della croce, e questo nonostante tante voci contrarie.

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Nel cielo di Kiev 3

bambina con un peluche
I bambini in fuga verso la Romania che attraversano il ponte a Sighetu Marmatiei trovano dei peluche che li aspettano per ridare loro un sorriso

Quei bambini, nei loro piumini colorati, che arrivano per mano alla mamma, dall’altro lato del confine, mostrando il peluche scelto tra quelli sparpagliati sui parapetti del ponte che hanno appena attraversato,  è un immagine indimenticabile, che ha commosso anche la attenta giornalista che la raccontava. E’ un immagine poetica che ha il potere di mettere per un attimo la barbarie della guerra sullo sfondo. 

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Nel cielo di Kiev – II

illustrazione che mostra un pescecane (la Russia) fronteggiato da molti altri pesci (il fronte dei paesi europei e occidentali)
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia si scontra con l’Europa e gli ultimi 70 anni della sua storia, oltre che con l’ intero schieramento occidentale. Da Digital Art Facebook

Ogni giorno, dal 24 febbraio, vediamo le immagini della guerra in Ucraina e delle sue conseguenze. L’ Ucraina è invasa dall’ esercito russo, attraverso precise direttrici.  Una direttrice punta  alla presa di possesso delle terre e delle città che affacciano sul Mar Nero e in particolare di Odessa, e al ricongiungimento di queste regioni a quelle, dove già agiscono movimenti separatisti  filo-russi, di Donec’k e Luhans’k e alla Crimea, già annessa alla Russia  senza colpo ferire con il referendum del 16 marzo 2014, dopo essere stata a sua volta invasa da truppe russe, senza insegne di riconoscimento. Secondo una seconda direttrice, da nord e da nord est, le truppe russe  puntano direttamente su Kiev e Kharkiv, provenendo sia dalla Russia che dalla Bielorussia. 

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Nel cielo di Kiev

La battaglia di Kiev 1941
La battaglia di Kiev 1941. Le truppe naziste sconfissero e massacrarono l’ esercito sovietico a Kiev nel 1941 https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5432553

Nel cielo di Kiev (violenza e civiltà)

25.2.2022

di Walter Borsini

Appoggiandomi al parapetto, sul davanzale di  San Miniato al Monte, osservo giù sotto di me il distendersi consueto delle cupole, dei campanili e dei tetti rossi, il colonnato del piazzale degli Uffizi e i ponti sull’ Arno. La gente si affretta nella giornata invernale mentre io sento il freddo sulle guance e immagino che siano arrossite.  Le persone appaiono gioiose o inquiete, ma la loro città le accoglie benevola, forse un pò annoiata, o affaticata, per i tenti sguardi distratti e il calpestio continuo delle sue strade.

In questa città, la gente vive, si affanna, si eccita, si esalta e soffre in pace.

Una città in pace è una città dove le persone si sentono sicure e non temono aggressioni, pensano che la condizione di pace durerà anche domani, e domani troveranno ancora la loro città placida, annoiata, accogliente.

Un brusco risveglio si può avere per tanti motivi, imprevedibili, un’alluvione per esempio, o un attentato terroristico. In tutti i casi, la gente sa che la città si risolleverà, e, con l’ aiuto dei suoi abitanti, tornerà ad essere quel rifugio sicuro che conoscono bene, a loro disposizione, oggetto di amore e di consumo.

Un pensiero si è annidato nei nostri cuori, lì dimenticato dal tempo. La civiltà, l’educazione, il rispetto tra gli abitanti manterrà questa città in pace. I conflitti saranno risolti parlando. Non per nulla siamo arguti e brillanti, possiamo comunicare le nostre idee e le nostre intenzioni, c’è spazio per l’ ascolto e attraverso la conversazione potremo uscire dai conflitti, trovare le giuste mediazioni, un forte consenso.